[Barry Bellamy in Cincinnati Review of Vaniloquiers]
Prendete la giocosità di Perec, spruzzatevi la follia di Charms, frullatela in una emulsione di Calvino, e vi troverete la scrittura di Gero Mannella.
Se non vi riesce sostituite Calvino con Lutero, e provate col frullatore ad immersione.
[Jean Poisson in Nouvelle Literature Potentielle]
Era dai tempi di Karl Valentin che non ridevo così!
[Jurgen Haugentaler in Strunz und Drang parlando di un film dei fratelli Marx]
Molti dei suoi giochi linguistici non sono traducibili in russo. Di questo siamo grati a Cirillo e Metodio.
[Vladimir Ilievskiy in Komsomolskaya Literaturnaya Diuturnaya]
Io come Achille Campanile? Credo sia un paragone irriverente. Però debbo ammettere che anche il Campanile se la cavava con la penna.
[Gero Mannella in Ermeneutica e motonautica]
Recensioni
Un libro che è una rivelazione per la sua originalità, per il modo surreale di raccontare cinque casi, un mix tra crime story e non-sense.
[Annalisa Lualdi su Repubblica]
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Nel mondo di Mannella se una via cambia nome e deve quindi spostarsi nel quartiere
di competenza (ce ne sono di tutti i tipi: i quartieri con le vie delle nazioni,
quello con le vie dei mammiferi, dei vizi capitali, delle capitali del vizio,
dei musicisti ciechi, dei ciechi non musicisti, dei centravanti, degli espulsi,
e via dicendo, "quest'ultima nel quartiere dei gerundi"), tutti gli abitanti
sono costretti a traslocare con lei.
E' un mondo dove dai finestrini piovono di continuo cadaveri solo perché negli scompartimenti
mancano gli avvisi giusti: ne jetez aucun cadavre par la fenetre.
E' un libretto piccolo, economico e, perché no, prezioso.
[Ezio Tarantino su Bottega di Lettura]
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Un paperoga post-moderno che produce il grottesco, strappando un sorriso nel motteggio e negli schemi narrativi,
studiati e jazzeggianti.
[Marco Giorgini su Kult]
Non gettate cadaveri dal finestrino. Ma anche: non siate banali, non restate fermi,
immobilizzati, irretiti dal potere del linguaggio. Giocateci, con le parole, sentite
il suono quando si sollevano in aria, il rumore quando cadono a terra, si rompono,
rotolano e disegnano schegge di esistenza.
[Marilena Lucente su Scritto sui Banchi]
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Esiste tutta una tradizione alta, fatta di raffinate sperimentazioni che ruotano
alle possibilità combinatorie di quel gioco che, come ogni altra manifestazione artistica,
è in fondo la narrativa: basti pensare, per restare al '900, a Borges o alla ricerca
linguistico-strutturale dell'Oulipo. E ai Delitti Esemplari di Max Aub fa pensare
Mannella fin dall'incipit.
[Bazar Web]
Lo scrittore si prende gioco di tutti: anche dei suoi personaggi. Tende semplicemente
ad innalzare i picchi di assurdità presenti nel mondo reale.
[Paolo Coiro su Aphorism]
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Le peripezie di Liberovici, goffe esplorazioni di un mondo che pare a lui estraneo,
incuriosiscono fino a sembrare vere e proprie avventure: merito degli assidui colpi di
scena, ma soprattutto dello stile frizzante della prosa di Gero Mannella, abbondantemente
condita di freddure, giochi di parole e acrobazie lessicali.
[Luca Giarola su Mentelocale]
Ed è proprio l'umorismo demenziale che emerge dalle pagine di Non Gettate Cadaveri
Dal Finestrino di Gero Mannella, un libercolo di 64 pagine da leggere tutte d'un fiato
se non fosse per le lacrime che potrebbero uscire dalle vostre orbite oculari e da dolori
mandibolari causati da sfrenati attacchi di risa. Imperdibile!
[Fabio Melandri su Il Grido]
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